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MONDI UMANI

Un libro di Gigi Montali

A cura di Loredana De Pace


Mondi umani libro Gigi Montali Curatela Loredana De Pace

SCHEDA TECNICA

Editore Corsiero

Collana Cataloghi

Dimensioni 18×18cm

Numero di pagine 320, brossura

Data di pubblicazione giugno 2021

EAN 9788832116847


Qual è la natura dell’essere umano e come se ne riconosce la poliedrica complessità? A queste domande non è possibile dare una risposta univoca ritenendo di essere nel giusto. Perché sappiamo bene quanto la nostra natura – quella vera – sia infinitamente fluida e mutevole. E tutto questo, prima di essere applicabile a un nucleo sociale, lo è per il singolo essere umano. Moltiplicato per gli otto miliardi di uomini e donne quali siamo sulla Terra, l’interrogativo prende derive filosofiche.


Eppure, la tensione orientata a generare risposte autentiche, per quanto siano solo parziali, esisterà sempre.


Questa indole – tanto umana quanto autoriale – appartiene anche a Gigi Montali, autore delle immagini che vedrete sfogliando questa monografia. Montali è un problem solver dall’animo buono e, questa sua capacità, unita a una ferma volontà di rispondere agli interrogativi di cui sopra, lo ha portato a scegliere lo strumento espressivo della fotografia.

Così, trent’anni fa, Gigi Montali si è incamminato per il viaggio più difficile, quello al centro dell’anthropos. Villaggi africani, sguardi raccolti da ogni angolo della Terra, abitudini culturali a noi ignote, luoghi geografici fra i più disparati, dalle dune del deserto ai ghiacciai islandesi, dalle terre vulcaniche a quelle brulle nostrane: tutti questi paesaggi – umani e geografici – un poco alla volta hanno formato il vocabolario visivo che Gigi ha scritto con le sue fotografie.


La missione di una vita, insomma, è stata raccontare le esperienze di uomini, donne, bambini, le loro consuetudini, le espressioni, i gesti, il lavoro, le architetture.

In tal modo, le sue immagini concorrono alla costruzione di una gigantesca città che, a dispetto di quelle invisibili calviniane, si palesa, scatto dopo scatto, per essere raccontata nello svolgersi dei sette capitoli del libro.


Gli esiti di questo incredibile percorso sono diventati il nucleo fondante del suo essere uomo e fotografo. La materia concettuale da elaborare per raggiungere il risultato che vedrete, prevede una serie di competenze arricchite da un indispensabile approfondimento culturale, ma anche da tre elementi imprescindibili: sacrificio, dedizione e costanza.

Per trent’anni, Montali si è messo in ascolto col senso della vista, affiancato dalla sua instancabile compagna di vita, Luci Tirelli. La densità di questa unione, sebbene possa sembrare un concetto metafisico, ha agevolato l’autore, secondo chi scrive, nelle operazioni di raccolta delle informazioni visive e ancor prima, delle energie necessarie da convogliare verso quel desiderio di conoscenza, primo passo per incontrare l’uomo.


PREPARARSI A UN LUNGO VIAGGIO La fascinazione per l’esotico e il lontano, l’entusiasmo per l’avventura si spengono facilmente alla prima interferenza. Ecco perché la preparazione e la costanza sono stati elementi indispensabili che Gigi Montali ha sempre tenuto in grande considerazione. La conoscenza degli strumenti a disposizione, inoltre, è stato essenziale per mettersi a riparo da situazioni inaspettate di tipo climatico, di illuminazione, logistiche. Quindi, per affrontare gli inconvenienti sul campo si è reso fondamentale pianificare il viaggio in ogni aspetto prima della partenza, che le mete fossero le sponde del Po, sulle quali l’autore vive, o le lontane destinazioni oltreoceano.


È stato necessario inoltre prepararsi all’incontro del vedere, alla poetica del viaggio, ma prima ancora all’incontro della cosiddetta variabile dell’imponderabile.

Un viaggio è anche avventura, meglio arrivarci preparati ed essere pronti a tutto.





SACRIFICIO Camminare a lungo, svegliarsi prima del sole, affrontare tragitti impervi in condizioni non ottimali, investire risorse e tempo – per esplorare, scattare, postprodurre, ordinare e archiviare il materiale prodotto – è, come i fotografi sanno bene, il sacrificio necessario (e dovuto) che ciascun autore deve sostenere per assecondare la personale spinta a essere parte attiva della storia, inclinazione che difficilmente si placa. Quindi, ancora una volta, meglio essere pronti. In tal senso,


Montali ha abbracciato ogni salita e discesa, arsura o gelo, levataccia e viaggi in scomodi mezzi di trasporto. Il divano? Per Gigi, in questi trent’anni è stato un oggetto alieno non identificato!

TALENTO Se con un po’ di buona volontà e pianificando bene il viaggio ciascuno di noi, forse, potrebbe tracciare un percorso fattibile, modellato sulle nostre possibilità, il difficile arriva ora. Con la maturità autoriale, si comincia a esigere qualcosa di più dal rapporto costruito con il proprio soggetto e tutte le sue “dimensioni”. A questo punto arriva, quasi automaticamente, l’interrogativo che solleva l’asticella su un piano di maggiore esigenza: come si fa a tenere vivo e coerente un nucleo di pensiero di prossimità verso l’uomo con lo scorrere del tempo? La risposta giunge dal modus operandi attuato da Montali che nel suo zaino di viaggio ha sempre messo tutti gli elementi finora elencati e uno in più, anzi due: il talento e le idee. Col talento, dote innata, si è aiutato ad andare verso una specifica direzione; con le idee, l’ha trovata e l’ha perseguita, rimaneggiando e affinando poco alla volta intenzioni e processi operativi sul campo.



Mondi umani libro Gigi Montali Curatela Loredana De Pace


IDENTITÀ Fatte queste premesse, riconoscere i tratti distintivi della figura autoriale di Gigi Montali è l’obiettivo più alto che questa monografia persegue. Infatti, se nei precedenti lavori editoriali Montali aveva presentato singolarmente i progetti più riusciti – il fiume Po, il Blues, le donne e molti altri – qui si tende un filo non cronologico lungo il quale scorrono nel loro insieme le caratteristiche espressive del suo talento.

L’identità autoriale di questo fotografo – mite, deciso e perseverante – la “leggerete” nelle sue fotografie e la riconoscerete nella selezione dei temi trattati.

La sua identità umana e quella autoriale, inoltre, riescono ad amalgamarsi in una visione globale proiettata verso l’osservazione generosa, garbata e genuina del mondo. Fermezza e poesia, così combinate nelle fotografie, diventano una bellezza per gli occhi, e anche per il cuore.


COMPLESSITÀ COME PLUS Le immagini di Gigi Montali non hanno segreti, sono il manifesto di un concetto che, con questa pubblicazione, diventa definitivamente chiaro a tutti: l’uomo, che tanto ha voluto conoscere e fotografare, i luoghi del mondo con le loro specificità sono espressione di una diversità meravigliosa che rende lo sguardo sempre sorpreso. Questo approccio, che valorizza la molteplicità delle situazioni, attraversa tutto il mondo paesaggistico, sociologico e culturale, dal Nord al Sud, dal mare alle alture, dalle grandi metropoli ai villaggi contadini, passando per architetture naturali e urbane dentro cui si innescano infinite dinamiche sociali. L’eterogeneità che ha raccolto Montali pensando di fare tanti singoli viaggi, ha invero assunto l’aspetto di una mappatura completa e variegata di questa nostra umanità.

I micromondi rivelati nelle immagini sono, quindi, la dimostrazione di quanto stupefacente l’essere umano possa diventare, proprio per la sua poliedricità. Non a caso, all’inizio di questo scritto abbiamo parlato di complessità.





RAGGIO D’AZIONE Un altro punto di forza di questa monografia, conseguenza di quanto appena detto, è l’estensione del suo raggio d’azione. Se è vero, infatti, che questa rassegna costituisce – come in un mosaico Polaroid di Galimberti – l’ensemble della personalità fotografica di chi ha scattato, ciascuno dei capitoli si rivolge a un pubblico specifico, rappresenta un “territorio” così ampio da riuscire a interessare un pubblico eterogeneo come lo è quello presente nelle fotografie. Quindi ci auguriamo si sentano coinvolti studiosi che si occupano di sociologia, di uguaglianza fra i generi, chi opera in ambito sindacale, gli artigiani, chi tiene a cuore questioni geopolitiche, urbanistiche, antropologiche… E potremmo continuare l’elenco aggiungendo ancora molte categorie professionali, dalla produzione di insaccati, ai barbieri che lavorano sulle rive del Mississippi.


Questo libro parla a tutti noi e di tutti noi.


Le fotografie di Gigi Montali, però, non dicono solo di “cose che sapevamo già”. Sarebbe troppo semplice e il risultato rischierebbe di essere banale. Questo libro nasce con l’intenzione di aggiungere qualcosa alla nostra conoscenza proprio perché le fotografie pubblicate sono l’interpretazione autoriale di situazioni universali, di vicende che, nascendo fra le pieghe della storia, se non rintracciate da un buon osservatore, resterebbero sconosciute ai più.

Queste immagini si esprimono al massimo della loro comunicabilità in modo trasversale. Ma attenzione: per comprenderle a fondo servirà mettersi in gioco, per non dire in discussione.


SETTE VIAGGI

Ciascuno dei capitoli previsti – sette in tutto, s’è detto – è stato “disegnato” in seguito a una lunga analisi sul lavoro dell’autore; l’editing complessivo quindi trova corrispondenza con il tema dei singoli capitoli, con il percorso autoriale di Montali e nel flusso consequenziale del volume. Un intento ambizioso che è sostenuto dai testi introduttivi, uno per capitolo, redatti da figure professionali ritenute – e non a torto – “connesse” con il percorso dell’autore e con quello che le immagini vogliono raccontare. Inoltre, a chiudere la monografia sarà il contributo di Orietta Bay, docente del Dipartimento Didattica FIAF.

Ecco di seguito un compendio delle tematiche trattate nei sette “viaggi” di questa monografia.


Con il capitolo intitolato LA NATURA DELL’UOMO, Gigi Montali ci accompagna all’inizio del viaggio. Prima delle immagini, il testo della fotografa emiliana Antonella Monzoni. La sequenza delle fotografie dimostra la ricchezza della natura umana di cui abbiamo parlato finora, mai ferma né simile a sé stessa. Nelle immagini, infatti, forme e cromie sono accostate per creare similitudini contemporanee e spontanee, come fare una conversazione con una persona cara. Pur parlando di questioni lontane, insomma, fanno sentire a casa.


LA DONNA NEL MONDO è il secondo affascinante capitolo, introdotto da un testo di Eles Iotti, storica dell’arte che opera nel parmense. Il volto delle donne fotografate da Gigi Montali si intravede dietro a un velo indiano, colorato e semitrasparente, si scorge da un nón lá, tipico copricapo vietnamita; la donna ha lo sguardo basso intento nelle faccende domestiche o è concentrato nella lettura di un libro. Le sue mani lavorano la salsa di pomodoro e filano la seta. In ogni caso, la donna è protagonista con i suoi gesti, emozionanti e decisi.

Tendendo l’orecchio potreste sentire il mormorio della preghiera, atto suggerito da mani rugose che tengono il conto delle poste del rosario; empaticamente proviamo ammirazione per quella donna africana che “sistema” la sua capanna, disponendo a mani nude della terra argillosa impastata sulle pareti esterne, mentre tiene il suo bimbo imbracato sulla schiena: il sorriso, lo sguardo fiero, la forza, i colori di queste donne scrivono la nostra storia.


IL LAVORO DELL’UOMO è il tema del terzo capitolo, introdotto da un testo di Andrea Meloni, sociologo ed esperto in comunicazione e mass media. In queste pagine vi è la testimonianza dei mestieri del mondo espressi nel loro senso più profondo che ricongiunge l’essere umano agli elementi naturali, ma anche a quelli trasformati, per l’appunto, dal suo lavoro.

Un ciclo che si compie.

La manualità, la fatica, la concentrazione del corpo e della mente, la gestualità collettiva necessaria a conseguire il risultato sono puntelli sulla coscienza umana globale. I pescatori, i liutai, la terra coltivata e rigogliosa, le api, i rammendi sono tutti elementi che fanno parte di un nucleo in cui l’autore ci invita a entrare. La sorpresa sarà riconoscerci protagonisti delle sue fotografie, anche se i volti sono quelli di altri esseri umani.





CITTÀ NEL MONDO, introdotto dal testo di Paolo Barbaro, responsabile degli Archivi Fotografici Contemporanei dello CSAC-Parma, questo capitolo è la naturale prosecuzione del “soggiorno nell’anthropos” di Gigi Montali. Dopo aver guardato scenari umani, osservato luoghi, scoperto mestieri, apprezzato la femminilità elegante e generosa nei capitoli precedenti, in questo ci immergiamo per le vie che Montali ha attraversato nelle città di tutto il globo. Roma, la Capitale italiana, riecheggia fra fasti tanto veri quanto contraffatti; Napoli, dolce-amara, ruba qualche pagina in più all’editing perché deve “cantare” il suo idillio pittoresco. Questa melodia nostrana si renderà utile a far risuonare meglio in noi le immagini successive. Sarà più semplice allora entrare in altri ritmi – visivi quanto sonori – e percepire, ad esempio, il sibilo di un’aspirapolvere accesa mentre scorre su un immenso tappeto rosso in una moschea di Istanbul.


Nel capitolo DENTRO LA TERRA si cambia ritmo. Introdotto da un testo di Davide Papotti, professore associato di Geografia presso il Dipartimento di Antichistica, Lingue, Educazione, Filosofia dell’Università di Parma, questo capitolo lascia spazio ai valori formali e compositivi delle immagini. La sequenza rimanda a una dialettica in cui l’equilibrio fra le parti è cercato con l’intento di evidenziare i nessi fra le linee di confine. Questi margini sono messi in dialogo grazie all’impaginazione la cui grafica supporta il concetto di unità umana che nel libro di Gigi Montali è il fondamentale filo conduttore.


Dopo tanta peregrinazione all’estero, arriva il capitolo che ci riporta nel Bel Paese con gli APPUNTI ITALIANI presi da Montali, viaggiando su e giù per lo Stivale. A introdurre il tema è la voce della docente di Storia dell’Arte, Claudia Cattani.

Qui, ancora una volta, si cambia registro, ma ormai saremo allenati a farlo. Ora si chiede all’osservatore raccoglimento per spostarsi da una visione più internazionale in cui l’autore ha tanto indagato, a un contesto tutto italiano. Il formato quadrato delle immagini di questo capitolo ha una funzione ben precisa: farci “alloggiare” più a lungo nelle fotografia, comodi, ora sì, su un divano tutto nostro. La “grafia” compositiva è asciutta e ritrae un’Italia semplicemente bella. Per le sue architetture, i suoi parchi, il verde, le Alpi, le ombre, la pietra. Le assonanze formali, pulite e a tratti ghirriane, sono al servizio del sentimento di appartenenza che l’autore voleva esprimere e le cromie, asciugate dalla saturazione, sono il risultato di un moto interiore più recente, sommesso e riflessivo, maturato nel 2020 in risposta alle conseguenze della situazione pandemica mondiale.


E infine, FIUME PO. Per un emiliano doc come Gigi Montali, cresciuto con il suono del lento scorrere delle acque del Grande Fiume, questo capitolo rappresenta un omaggio di gratitudine. Perché un fiume, quel Fiume, è un mondo antico fatto di riti, tradizioni, flusso che si muove ora in sordina, ora pieno di energie, quando è vicino al suo Delta. Straordinario luogo di acqua, terra, paesaggi e genti che unisce e divide, forgia, accoglie e trasforma.

Con introduzione di Simone Terzi, responsabile del Coordinamento Attività presso la Fondazione “Un Paese” di Luzzara (RE), questo capitolo termina il racconto.

Iniziata con una panoramica sul mondo, la monografia di Gigi Montali si conclude nel luogo in cui tutto è cominciato, la terra natia dell’autore. Dai toni di grigio dei paesaggi in bianconero si approda, con graduale passaggio tonale, ai colori evanescenti del Delta del Po, passando per ambienti rarefatti e nebbiosi, scene di abitudini ancestrali, di famiglie contadine e paesaggi di pianura che abbiamo imparato a conoscere in tanta fotografia degli autori che sulla Via Emilia sono nati e cresciuti.

Il commiato è consegnato al fiume quindi, ai suoi simboli e alla sua gente. Che non si neghi l’offerta di un buon bicchiere di vino rosso e l’allegra compagnia di fronte al maestoso, sorprendente, magico Grande Fiume.


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