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A Flower Revolution

Mostra di Paolo Belletti

A cura di Loredana De Pace


A Flower Revolution di Paolo Belletti a cura di Loredana De Pace

Molto più che una semplice modifica strutturale dell’assetto collettivo, una rivoluzione implica la totale sovversione del modus vivendi della società e della politica. Eppure nel significato più profondo della parola è insito anche il concetto di “ritorno a”. Si ritorna a credere, a evolvere, a rinnovarsi.


Preparare una sedizione è un processo lento nel quale maturano concetti che poi diventano portanti per il popolo in rivolta; la ribellione richiede attivismo, presenza, pensiero, coraggio, impone di compiere una scelta e portarla avanti con coerenza, fino in fondo. Essere un rivoluzionario vuol dire accettare il rischio delle proprie ideologie e viverle al punto tale da trasformare il caos in metamorfosi.


A Flower Revolution di Paolo Belletti a cura di Loredana De Pace

Traslare tali concetti alla Rivoluzione dei fiori di cui parlano le immagini di Paolo Belletti viene naturale:

i fiori si preparano alla battaglia sin dal primo istante della “loro” vita.

I fiori stessi sono in fermento, come lo è la Natura nel suo divenire e nel suo essere magnificenza e trasformazione continua. Il Vietnam, in tal senso, è da sempre terra di rivoluzione, con le sue colline brulle e la vegetazione che s’inerpica fino alla cima delle catene montuose; con i suoi fiori, i più profumati di tutti, i fior di loto, che però germogliano in “oasi” di acqua stagnante. La loro eversione, quindi, non nasce dalla bellezza, ma in bellezza si trasforma.



Le donne che Paolo ha incontrato e fotografato nei mercati generali notturni di Hanoi, capitale del Vietnam, hanno il viso rugoso, sono severe ed è difficile vederle sorridere.

Tutte le notti queste donne camminano a passo svelto con carichi di fiori sulle spalle, sostenuti in equilibrio su una canna di bambù e, più tratte riusciranno a percorrere – dalla campagna al mercato – maggiore sarà il loro guadagno. Ecco perché non c’è spazio per sorrisi né smancerie, il tempo diventa prezioso. Come in una rivoluzione.

Eppure, queste “donne guerriere” conservano il loro tocco di femminilità, asciutta ed elegante, indossano abiti con colorate texture o foulard con trame floreali.


A Flower Revolution di Paolo Belletti a cura di Loredana De Pace

Durante il suo soggiorno ad Hanoi, avvenuto nel maggio di quest’anno, Paolo si rende conto che esiste un’altra forma di mutamento interno, sviluppatasi ai poli opposti rispetto a quella descritta nelle fotografie scattate al mercato: è la rivoluzione delle ragazze vietnamite che non vogliono raccogliere l’eredità dei loro genitori.


Native digitali, le nuove donne del Vietnam desiderano appartenere a un altro scenario, essere accettate dalla società come professioniste laureate, diventare donne in carriera.

Paolo Belletti fotografa queste giovani in un’occasione fortemente simbolica: il giorno della loro emancipazione per eccellenza, la festa di laurea. Le incontra ancora con la tunica indosso e la toque sul capo, in un luogo-culto per la capitale, il Tempio della letteratura, prima sede dell’università di Hanoi e punto di congiunzione fra passato – parliamo di una struttura costruita più di mille anni fa – e futuro, quello che è tutto nelle mani delle neolaureate felici, con un leggero maquillage sul viso e una mise elegante ma tradizionale, esibita dopo le foto di rito, una volta dismessi gli abiti da studentesse. Il momento tanto atteso che Paolo individua come secondo punctum del suo progetto è il “convivio fotografico”: dopo gli scatti ufficiali, arrivano i moderni autoritratti collettivi, eseguiti a braccio teso dalle stesse giovincelle grazie alla tecnologia smart dei loro cellulari.



La trasformazione individuata da Paolo a questo punto sembra compiuta. Eppure c’è ancora qualcosa da dire: nella loro diversa espressione, esiste un filo sotteso che unisce le due rivoluzioni. Più che un filo, si tratta di uno stelo: quello di un fiore. Il vero rivoluzionario di questa mostra torna a essere “lui” che cresce in una Natura simbiotica a servizio delle donne che lo raccoglieranno prima, e delle altre – più giovani – che lo esibiranno poi, nel giorno della laurea, composto in graziosi bouquet.


La rivoluzione, quindi, comincia dal dono che il fiore – massimo rappresentate della Natura vietnamita – fa di sé. Ecco perché Paolo Belletti ha voluto che questa mostra avesse per titolo proprio A Flower Revolution.



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